L'incubo dell' imprenditore che vuole investire
di info@oilenergy.it | 13 maggio 2015 6:00
Investire oggi per realizzare una nuova stazione di servizio in Italia é assolutamente sconsigliabile per la salute di qualsiasi imprenditore, siamo in una tempesta perfetta:
1) La domanda di carburanti è in calo, il focus sui prezzi comprime i margini, nascono concorrenti nuovi in impianti vecchi, fino a ieri trascurati e trascurabili. Io costruisco e varo il mio incrociatore, ma ecco che una motosilurante arrugginita me lo affonda.
2) La Pubblica Amministrazione, contrariamente ad ogni annuncio via Twitter, è sempre la stessa: tempi di ottenimento permessi in grado di portare alla crisi (e non solo di nervi) anche il più tenace e aggressivo petroliere texano.
3) Il ricorso al credito è … forse diventato semplice?
Ma il vero imprenditore spesso fa cose in momenti e in contesti che i comuni mortali mai oserebbero pensare, e quindi va avanti deciso (e non lo fa mai a caso).
Ma ecco nascere un problema imprevedibile, almeno per qualsiasi operatore sano di mente: non posso decidere quanti e quali prodotti vendere nella mia nuova stazione di servizio.
Certo, sono libero di investire almeno un milione di Euro in un’opera il cui successo nel tempo sarà proprio determinato solo dalla mia vision, efficienza e competitività, ma gli altri devono dirmi quali carburanti vendere.
Esempio concreto: compro un fazzoletto di terra su una nuova strada vicino a una raffineria e decido di aprire una pompa di benzina e gasolio per vendere questi due prodotti a prezzi competitivi (qualche vantaggio ci sarà ad avere una raffineria vicino..anche per gli automobilisti).
Non posso! Devo realizzare anche un impianto di GPL o Metano, ma posso anche optare per l’Idrogeno. Ma se non avessi lo spazio o i soldi per costruire un impianto a GPL? E se il metano non ci fosse? E se sull’Idrogeno il mio Direttore di Banca fosse tentato di suggerirmi l’analista (non finanziario)?
Non è un incubo: leggo che c’è un forte dibattito fra Enti Pubblici Locali e Governo sull’obbligatorietà del terzo prodotto “ecologico” per nuovi impianti. Una cosa che in Europa non ci possono credere, figuriamoci all’Antitrust (altro che barriera all’ingresso, un muro di Berlino!) ma neanche in una qualsiasi azienda commerciale verrebbe voglia di fare le valige.
E’ scontato, ovvio: avere anche prodotti così richiesti come GPL e Metano sarebbe ottimale, se fosse possibile tecnicamente ed economicamente, ma sarò libero di scegliere?
Risultato? Lascio perdere. Un investimento in meno, un impianto competitivo in meno, un imprenditore in meno.
Ma chi ci guadagna?
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